Recensione del libro "Josh Ewan".

 

“Josh Ewan, storia della rock star che parlava con gli spiriti” è il romanzo scritto da Vito Ricco nel 2018, edito da Les Flâneurs Edizioni.

 

Il romanzo di Ricco, ambientato nel fervente panorama musicale americano situato a cavallo degli anni ’60, ’70 e ’80 con degli excursus fino ai giorni nostri, ruota intorno a tre cardini principali: il protagonista Josh Ewan, gli Spettri che lo circondano e la Musica che egli produce.

 

"Gli Spettri"

Josh Ewan, rocker in declino tormentato da un oscuro segreto, vive quella che nominalmente sarebbe una ghost story. L’idea è molto accattivante, però l’elemento fantastico e soprannaturale viene solo superficialmente affrontato, impedendo al lettore di percepire lo sconvolgimento a seguito della realizzazione che i fantasmi esistono davvero e che non sono poi così benevoli. Le vicende descritte non riescono a trasmettere in alcun modo l’inquietudine, l’angoscia o il terrore che dovrebbero essere il cuore vitale di un romanzo di ambientazione fantastica o horror.

 

"La Musica"

Sebben sia gradevolmente scritto e centrato dal punto di vista storico e ricco di citazioni, l’oggetto imprescindibile che ci si aspetterebbe di trovare in un romanzo che ha come protagonista una rockstar è la musica stessa. La quale manca però dalla storia: delle canzoni di Josh si conoscono solo i titoli, lasciando fumosi e generici tutti quei dettagli che aiuterebbero invece il lettore a comprendere la reale importanza e bellezza del repertorio di Josh. Sappiamo chi è che scrive i testi, sappiamo chi è che li interpreta, sappiamo che sono dei grandissimi successi ma non abbiamo alcun elemento per essere coinvolti da questa rockstar così apparentemente particolare e irresistibile.

 

"Josh Ewan"

Il romanzo è narrato in prima persona nei capitoli che, attraverso dei lunghi flashback, ci accompagnano a rivivere la biografia dello stesso cantante. Brevi intermezzi in terza persona fungono da raccordo tra le varie fasi del racconto, snocciolato in ordine cronologico. Vivere la vicenda soprannaturale di Josh attraverso i suoi stessi occhi ci aiuta a vivere il romanzo sulla nostra pelle, senza mediazioni o filtri. Ma, come evidenziato sopra, la narrazione rimane sempre superficiale e priva di emozioni vere. Il punto di vista, esclusivamente ristretto al solo protagonista, impedisce quindi ai diversi personaggi che costellano il libro di prendere vita e spessore. Tutte le figure interessanti e formative che Josh Ewan incontra nel suo lungo percorso di carriera non hanno la fortuna di avere spessore psicologico, né tridimensionalità, nonostante siano figure anche ben inserite nel contesto narrativo.

 

In conclusione “Josh Ewan", storia della rock star che parlava con gli spiriti” potrebbe essere definito un romanzo che proviene da un’ottima idea, da una buona preparazione dal punto di vista documentale ma macchiato da poca passione ed emozione nel momento della realizzazione. 

 

Recensione a cura di Shuela Subrizi