Recensione di "The Handmaid’s tale".

 

 

Il ricordo dei Golden Globe è ancora fresco nella memoria, ed il premio alla miglior serie drammatica è andato (secondo noi, meritatamente) a The Handmaid’s Tale.

 

Non l’avete ancora vista? Ve la raccontiamo noi! Il tutto rigorosamente senza spoiler!

 

La serie, composta da 10 episodi disponibili su TimVision, è tratta dal romanzo dell’autrice canadese Margaret Atwood (in italiano “Il Racconto dell’Ancella”) e ripropone piuttosto fedelmente il suo racconto dispotico: in un futuro prossimo, in seguito ad una guerra civile negli Stati Uniti e al crollo drammatico della fertilità umana, Gilead, un governo totalitario di ispirazione evangelica, ha soggiogato le donne togliendole ogni forma di diritto, dando origine con le poche donne fertili alla classe delle Ancelle; queste sono assegnate ai Generali, membri della classe politica e regnante, i quali in cerimonie mensili forzeranno le donne a rapporti sessuali al fine di ottenere nuove nascite.

 

Resterete subito folgorati dal rosso intenso dei loro abiti, un rosso sangue dal forte valore simbolico, e dai contrasti cromatici di un’ottima fotografia.

 

La storia è narrata attraverso gli occhi di Difred (“del generale Fred”, in questa realtà le donne sono proprietà e non persone) interpretata dalla bravissima Elizabeth Moss (Mad Man, Top of the Lake) che per questa interpretazione si è portata a casa un meritatissimo Golden Globe.

 

Il suo sguardo magnetico e il volto espressivo vi conquisteranno dal primo all'ultimo minuto.

 

Difred dovrà trovare la forza di opporsi e ribellarsi, conservando il ricordo della sua vita precedente da June Osborn, madre e moglie felice, nel tentativo di ricongiungersi alla sua famiglia.

 

 

Oggi il dibattito per l’uguaglianza di genere è al centro del discorso, a causa della serie di scandali che sta investendo Hollywood.

 

La campagna femminista sembra conquistare sempre più rilevanza tra gli attori e le attrici di Hollywood e l’hashtag #MeToo ha tinto di nero gli abiti dell’edizione dei Golden Globe di quest’anno in segno di protesta...ma non ci saremmo sorpresi di scoprire del rosso scarlatto sotto gli abiti da sera.

 

Il Racconto dell’Ancella rappresenta i rischi della misoginia e del totalitarismo portati all'eccesso.

 

La storia è un grido di protesta femminista e femminile, una riflessione critica ai difetti di una società maschilista portata allo stremo.

 

Eppure quello che ieri sembrava eccessivo, oggi diventa sempre più plausibile e attuale.

 

Una serie che vi scuoterà come il caffè senza zucchero al mattino: forte, piacevole ma  molto amaro.

 

Recensione di Daniele Geminiani