INTERVISTA A "GIORGIO GIUSFREDI" SCRITTORE E SCENEGGIATORE DI FUMETTI.

 

 

 

1) Benvenuto a Nerd Station, presentati agli amici che ci seguono

 

Cari amici di Nerd Station, sono un aspirante Wandering Fitzy che fortunatamente lavora per la Sergio Bonelli Editore.

 

2) A breve uscirà una tua nuova storia per Dampyr, quanto ti senti legato a questo personaggio e senza spoiler cosa dobbiamo aspettarci?

 

Come dicevo sopra, la parola chiave è fortuna. Lavoro su personaggi che amo e che conosco molto bene. Sono un lettore di Dampyr della prima ora e l’ho acquistato perché sono sempre stato un fan di Mauro Boselli e Maurizio Colombo. L’universo di Dampyr è nelle mie corde perché, oltre ad avere il piacere e l’onore adesso di poterci aggiungere qualche tassello, esso stesso mi a forgiato, facendomi diventare quello che sono. Delle volte i miei maestri si stupiscono chiedendosi come uno cresciuto nelle cucine come me sappia determinate cose non ricordandosi che loro mi hanno forgiato con gli stimoli seminati nelle loro opere, la mia curiosità ha fatto il resto. Per citare “Il Conte di Montecristo”, quando Edmond Dantés chiede all’Abate Faria come mai il vecchio maestro si comporti con lui come un padre benché lui non sia suo figlio, e l’Abate risponde: “Ma voi siete mio figlio... Siete figlio della mia prigionia.”

Allo stesso modo io sono rimasto intrappolato grazie anche a Dampyr nella dolce prigionia dell’Avventura.

“Il figlio di Erlik”, per concludere la risposta, è proprio una storia di Avventura. È frenetica dall’inizio alla fine. E ci sono dentro un mucchio di cose e un mucchio di personaggi… fin troppi, forse. Ma questo saranno i lettori a dirlo. Io da entusiasta appassionato ho cercato una storia ricca di ribaltamenti e il buon Andrea Del Campo, che ha disegnato magistralmente l’albo, ha dovuto spaziare da guerre odierne a passate, ha forgiato vestigia di guerrieri di tutto il mondo e di tutte le epoche, ha realizzato il Mattatotio sotto l’Asia Centrale di Erlik Khan e lo studio di tutti i personaggi della serie. Nella storia ci sono: Bobby Quintana, Ann Jurjing, Arno Lotsari, Erlik Khan, Caleb Lost, oltre a Harlan, Tesla e Kurjak e… Beh… questo è una sorpresa!...

 

3) Parlaci di Susy & Merz, due personaggi che troviamo nei Magazine Bonelli e sono illustrati dal grande Bacilieri.

 

Presto detto: avevo proposto anni fa a Mauro Marcheselli e a Graziano Frediani la collaborazione con un famoso fumettista – di cui non farò il nome – perché realizzasse gag su quella che sarebbe stata la nuova collana dei Magazine, al posto degli Almanacchi. Ma poi questo noto fumettista, che, intendiamoci, avrebbe realizzato la sua cosa personale da solo, non si è più fatto vivo e allora Mauro Marcheselli mi disse: perché non fai qualcosa tu?

Io, lusingato dall’offerta, pensai subito a una cosa più commedia e meno comica di quello che doveva essere il progetto realizzato dall’altro fumettista da solo. E pensai a Paolo che non occorre che presenti: un vero Maestro del fumetto e dell’arte in generale. Tutti conosceranno i suoi lavori e capolavori, ma approfitto di questa domanda per consigliare la ricerca di due gioielli che Paolo Bacilieri ha realizzato con Franco Busatta e sono: “Patty paradise. Le avventure di Patty Pravo” e “Scusa Sadik hai visto Diabolik? - Un cocktail di fumetti neri”.

Paolo è un autore completo e sicuramente avrebbe potuto fare una rubrica a fumetti migliore da solo, ma siccome anche lui fa parte della categoria di generosi maestri con cui ho la fortuna di lavorare e siccome si ricordava che gli avevo offerto una grappa a un Luccacomics di anni e anni fa, Paolo è stato così gentile e ha accettato la mia proposta e ci siamo trovati in un bar di Piazza Virgilio a Milano per pranzo. Dopo un’ora avevamo “Susy & Merz”. Ci sono dei “Susy & Merz” più riusciti e degli altri meno, ma, grazie a Paolo, sono tutti straordinariamente belli da vedere. Coltivo in segreto il desiderio di realizzare una storiella un po’più lunga e un po’ più spinta…

 

4) L'anno scorso è uscito un tuo racconto breve "Le code delle lucertole", intriso di musica. È molto importante per te, ti accompagna mentre scrivi o preferisci il silenzio?

 

La musica è molto importante nella vita di tutti, credo. D’altronde anche le canzoni sono storie. Anche quelle sinfoniche o puramente strumentali. La musica è comunicazione, interazione e libertà. Potrei scrivere ore quanto sia sinergica la musica con la scrittura, ma mi limito a dire che non ci sono formule segrete per scrivere fumetti, o meglio ci sono delle tecniche, ma che non assicurano il risultato. Come per fare della buona musica. A volte c’è un ottima melodia, ma il testo demolisce tutto. Come una bellissima ragazza o ragazzo che quando parla ti fa cadere le braccia e la libido. O viceversa. Ma tutto deve essere sempre funzionale all’emozione che si vuole suscitare. E per questo una banalità con un buon ritmo può essere più emozionate di un concetto profondo troppo intricato da esprimere con il mezzo che stai usando.

Per cui ascolto la musica per puro piacere, ma anche per carpirne i segreti. Per esempio, spaziando tra i generi (il rock, il country, il blues, brith rock, il beat e il beat italiano i miei preferiti), adesso, in questo momento, sono in fissa con “Un po’ di vino”, di Pilade e Celentano, una canzone dimenticata e semplice, ma non per questo banale e non emozionante. Ha un testo e un ritmo lineare, ma quando entra il ritornello nel riff con la voce struggente e malinconica di Celentano con un paio di frasi che possono sembrare banali (ma io portai un po’ di vino, io che di donne non ne ho), mi si apre un mondo, capisco la canzone, capisco chi la canta e sono con loro, in quella casa di Voghera dove ballano il Foxtrot. Come a volte basta un dialogo, due pagine in una storia per fare la storia, per scolpirla nel cuore dei lettori. 

 

5) cuoco, enologo, scrittore e sceneggiatore di fumetti. Quale tua anima prevale sulle altre oppure è un buon mix?

 

Senza inutile falsa modestia sono un ottimo cuoco, un enologo solo in teoria (sono laureato, ma non ho mai praticato e i mestieri vanno praticati), uno sceneggiatore principiante con tanto entusiasmo e un’ottima memoria e uno scrittore in prosa peggiore dello sceneggiatore che sono. Ma spero che, come sta accadendo adesso, io possa non metter più piede in una cucina e continuare a imparare a scrivere, mi piace di più.

 

 

6) Quali sono i tuoi progetti futuri, dove potremmo leggere altri tuoi lavori?

 

Posso dire con certezza che a novembre, nel consueto appuntamento con i Color Tex Storie Brevi uscirà una mia avventura di 32 pagine dal titolo “Io ucciderò Tex Willer”, disegnata da Marco Soldi. L’albo verrà portato in anteprima a Luccacomics con una cover speciale e le altre storie saranno una il ritorno ai testi di Claudio Nizzi, disegnata da Roberto Zaghi, una di Andrea Cavaletto e Alessandro Poli, una di Pasquale Ruju e Pasquale Frisenda e una di Mauro Boselli ed Enrico Bertozzi.

 

E poi, probabilmente, visto che è difficile fare programmi editoriali così a lungo termine, considerato il fatto che chi disegna può avere problemi e chi scrive, io in questo caso, è scarso, nel 2018 usciranno una storia di Zagor speciale con Wandering Fitzy a cui tengo molto disegnata da un altro mito della mia adolescenza, ovvero Mauro Laurenti, e un Dampyr con il ritorno di un personaggio che ho creato con Mauro Boselli disegnata da Alessio Fortunato, che, se continua sul livello delle tavole iniziali che ho visto, farà il suo capolavoro (lui che di capolavori ne ha già fatti!). In queste due storie, i disegni che ci sono in questo momento mi rendono orgoglioso e sono così belli che il testo aggiunto li può solo che rovinare.