RECENSIONE "STAR WARS: GLI ULTIMI JEDI".

 

 

Comunque la si veda, questo è l’episodio più controverso della saga.

 

Prologo:

Boston, USA, 5 luglio 1994, ore 13:00 (ore locali). Si gioca Nigeria - Italia, ottavi di finale della Coppa del Mondo FIFA del 1994. 

 

Al 26’ minuto Emmanuel Amuneke segna il gol che porta la squadra africana in vantaggio.

 

Questa parentesi calcistica, è per fare un parallelo fra certe partite di calcio che partono storte, sembrano impossibili da risolvere, poi però c’è il tocco di genio.

 

Perché partiamo da un presupposto: premesso che me lo dovrò rivedere altre volte e che nel corso del tempo tutto si può rivalutare, trovo che Gli Ultimi Jedi, sia per molti aspetti, il più deludente film di Star Wars.

 

Ma come avrete forse già intuito questa supercazzola che sto per iniziare, non sarà una mera lamentela degna dell’Uomo dei Fumetti dei Simpson.

 

Come stavo dicendo, la Nigeria è in vantaggio, la più esperta e favorita Italia è sotto pressione dalla prestanza fisica della sorpresa della competizione (prima nel girone che comprendeva l’Argentina di Maradona e la Bulgaria di Stoičkov), favorita forse dal reggere meglio il caldo asfissiante di quell'estate americana. La fisicità della Nigeria non è altro che la metafora dell’eccessiva tendenza comedy che il cinema blockbuster odierno ha, in particolar modo se il film in oggetto è di proprietà della Disney.

 

Inutile dire di chi sia la colpa, sapete benissimo come la penso, trovo che la Marvel, sia una piaga sociale che sta rovinando il cinema e non maledirò mai abbastanza la critica che esalta quei film. 

Sì sapeva che prima o poi Star Wars avrebbe dovuto pagare dazio alla Disney, già ne Il Risveglio Della Forza c’era questa tendenza, Rogue One è stato solo una piacevolissima parentesi di serietà.

 

E non venite a dirmi che “il lato comedy era così preponderante anche nella trilogia originale (che quel “cattivone” Lucas ha soppresso nei prequel)”, perché quando ti sparano subito all’inizio Poe che fa gli scherzi telefonici alla flotta del Primo Ordine e poi DA SOLO quasi sconfigge uno Star Destroyer, in confronto Jar Jar Binks è comicità raffinata e la vittoria degli Ewok su Endor acquisisce finalmente una legittimazione definitiva.

 

Ma non è solo qui: tutto il film è permeato da questa tendenza a cercare la battutina, che per l’amor di Dio, molte volte ho riso anche io, ma questo è Star Wars, anzi, è Guerre Stellari (f*****o la globalizzazione e i mercati asiatici), non la sua parodia. Vedere Luke LANCIARE QUELLA SPADA in una gag comica, che sputa non solo sui 6 film di Lucas ma sullo stesso finale dell’episodio precedente, è una bella mazzata alla dimensione mitologica della saga.

 

Tu sei lì, seduto al cinema, te ne stai accorgendo, non ci pensi e ridi anche tu, pensi all'enorme quantità di meme che ne usciranno, ma te ne stai rendendo conto, la Disney sta facendo bere il suo amaro calice per aver riportato Star Wars in cima al mondo, sapevi che doveva succedere, magari con l’anthology su Han Solo che dalle immagini dà l’idea di essere qualcosa di abbastanza action e ignorante, ma non con l’episodio centrale, quello che dovrebbe essere per tradizione più drammatico; e invece è così, l’Italia è sotto e sta giocando malissimo, Baggio, il suo uomo chiave e Pallone D’Oro in carica, è inefficace e autore di una prestazione, fino a quel momento molto sottotono.

 

Sottotono come la sceneggiatura del film, se L’Impero Colpisce Ancora e L’Attacco Dei Cloni erano una sorta di road movie nello spazio, qui la situazione è molto più statica, la prima parte del film è incredibilmente lenta, ferma fra lo pseudo allenamento di Rey e questa sorta di blocco navale, sembra più la trama di qualche episodio filler di Clone Wars o Rebels. Finalmente a partire dall'arrivo sul pianeta “stile Montecarlo” la situazione si fa più movimentata (tralasciando il nonsense del piano di Poe sabotato da tutte le parti in causa).

 

Ma proseguiamo all'altro punto dolente della sceneggiatura, i personaggi. 

 

Quelli nuovi: la tizia con i capelli viola interpretata da Laura Dern, devo ancora capirne l’utilità. Personaggio non brutto, però per niente sviluppato. Tanto valeva, se dovevano trovare un personaggio solenne da sacrificare in una scena eroica utilizzare l’Ammiraglio Ackbar, anziché fargli fare una fine anonima.

 

La cinese e Benicio Del Toro, svolgono il loro compitino rispettivamente da sparring partner e da personaggio ambiguo che sta nel mezzo (un po’ come Lando in TESB). Splendide, per quella che è la loro funzione, le Guardie Pretoriane di Snoke.

 

Animali vari qualche risata me l’hanno strappata, sopratutto le suore. Tranne i Porg quanto avrei voluto vederli bruciare tutti quei dannati Porg.

 

Arriviamo invece ai personaggi che abbiamo già conosciuto:

 

-Finn: il personaggio che più ho preferito nell'episodio precedente, qui però rimane lì dov'è, senza svilupparsi, semplicemente un tizio che avverso al Primo Ordine.

 

-Poe: “Han Solo 2.0”, però ho apprezzato il maggior spazio che gli hanno dato.

 

-Capitan Phasma: stendiamo un velo pietoso.

 

-Chewbecca: porta a casa il compitino.

 

-Rey: ok, promossa, è la protagonista, senza particolari clamori fa quello che ci si aspetta.

 

-Leia: felice della maggior importanza del ruolo che le hanno dato, come generale. Sì, c’è la scena di “Superleia” che lascia perplessi, ma in un secondo momento l’ho trovata come molto fumettistica e nonostante tutto logica, in quanto personaggio legato alla Forza.

 

-Snoke: devo ancora farmi un’idea.

 

-Hux: soffre un po’ di essere la vittima di molti segmenti comedy, una sorta di Alfano del Primo Ordine, però era dai tempi di Tarkin che non si vede un Moff che non si limita a fare semplicemente il servetto del dark lord di turno.

 

-Kylo Ren: miglior personaggio del film, miglior personaggio della nuova trilogia finora. La metafora perfetta del fan di Star Wars. Vorrei vedere serie motivazioni da parte dei i suoi detrattori al di fuori di “è una fighetta che piange…bla bla bla…non è Darth Vader”.

 

-e poi arriviamo finalmente a Luke, che rispecchia la stessa andatura dei film, perché per buon parte è la versione comedy di se stesso, quasi una parodia, poi finalmente si sveglia e tutto cambia…

…ma torniamo a Boston, in quella calda giornata del di più o meno 23 anni fa, l’Italia non riesce a raddrizzare la situazione, al 75’ min Gianfranco Zola viene espulso.

 

La fine ormai è prossima. In questo momento te lo stai ammettendo, fra te e te, Star Wars si sta arrendendo, sta diventando un prodotto per bambini dell’era del politically correct, del pubblico “usa e getta” della Marvel, per le coppiette che vanno al cinema il sabato sera; dov'è lo storytelling? Dov'è la soap opera nello spazio? Dov’è la mitologia? Ti manca da morire zio George, che seppur con le sue fissazioni a volte esagerate, non avrebbe mai pensato di ridurre il tutto in “gente che combatte nello spazio e basta”.

 

“Finiamo in un clima sconfortante” diceva Bruno Pizzul, siamo all’88 min, ma è in questo momento che su assist di Mussi, Baggio segna il gol dell’1-1, caratteristica di pochi fuoriclasse quella di ribaltare tutto, anche la situazione più disperata. Allo stesso modo il film ha la sua svolta insperata con Luke che diventa finalmente ciò che deve essere LA LEGGENDA, come Baggio. L’Ultimo Jedi.

 

Ma non è solo questo il gol del 1-1, è anche la clamorosa uccisione di Snoke. Una mossa un po’ alla Game Of Thrones, ma che cambia tutte le carte in tavola, con tutti i suoi difetti The Last Jedi è qualcosa di nuovo, con questa svolta diventa qualcosa di rivoluzionario per il contesto di Star Wars. Poco importa di ciò che è stato prima, non ci troviamo davanti un copia/incolla della trilogia originale come ha fatto J.J. Abrams, questa era la cosa più importante, era il risultato da portare a casa.

 

Si va ai tempi supplementari dunque, si va a vincere (e data la lunghezza del film la metafora calza a pennello).

Al 102’ min, Baggio segna un calcio di rigore che si era praticamente procurato da solo con un sublime pallonetto a Benarrivo poi atterrato bruscamente in area da un difensore nigeriano; così come Luke Skywalker si presenta sul pianeta Crait, salva la situazione e soprattutto fa sfociare il film nella pura epica, con il suo duello con Kylo Ren e la sua dipartita con cui diventa tutt'uno con la Forza.

 

Nonostante le avversità, la vittoria è arrivata.

 

Ciò non toglie i difetti prima elencati, soprattutto per la prima volta si sente pesantemente la mancanza di George Lucas; ma come ho già scritto, questo è l’episodio più controverso e allo stesso tempo rivoluzionario per gli standard di Star Wars e le rivoluzioni spesso sono eventi traumatici e spaventosi.

 

Da una parte ci apre scenari totalmente nuovi, in primis vedere come si risolverà la questione fra Rey e Kylo Ren, con molta probabilità, se non sono parenti, potrebbe essere più che un semplice rapporto conflittuale fra bene e male; dall'altra, a mio avviso, abbiamo un riallineamento della percezione delle tre trilogie.

 

Su un versante narrativo, il monologo di Luke sulla disillusione dalla religione Jedi ci offre una nuova chiave di lettura, più organica e coerente, dei prequel e questa forse è la migliore delle idee di Rian Johnson.

 

Su un versante cinematografico e di fandom, ora abbiamo tre trilogie più o meno definite con le loro differenze, i loro punti forti e debolezze, quello che mi auspico dalle critiche per questo film è che portino al termine la diatriba pro-contro prequel portando a discussioni più articolate, perché anche la Disney dimostra di poter sbagliare (non al botteghino naturalmente) e di differire, nel bene o nel male, dallo spirito della trilogia originale, a volte paradossalmente cercando di scimmiottarla maldestramente.

 

Che la Forza sia con voi.

 

ps. dovrei parlare di Yoda, le origini di Rey e la fine di Snoke, ma vi assolvo e vi lascio andare in pace.

 

Sì, lo so, sono malato.

 

Compatitemi.

 

Recensione di Sebastiano Donelli