RECENSIONE "BLADE RUNNER 2049".

 

Mi sono chiesto, Blade Runner 2049 ripartirà dal lontano 1982? purtroppo non è stato  cosi.

 

Entri in sala e parte un altalenante mix  di emozioni e noia, un film duro da 2 ore e 35 minuti, ecco Blade Runner 2049.

 

Avevo molte aspettative su questo film, uno perché era il sequel di uno dei capolavori più importanti della storia del cinema, due per l'immenso Harrison Ford e tre il  regista canadese Denis Villeneuve, autore che negli ultimi anni, non ha sbagliato un colpo per ogni film che ha diretto.

 

Purtroppo Blade Runner 2049 non regge il confronto con il suo illustre predecessore, ma Villeneuve e la sua squadra, in primis  Roger Deakins direttore della fotografia, riescono a salvare il film,regalandoci scenari mozzafiato.  

 

La storia che ci racconta questo Blade Runner 2049 parte trent'anni dopo gli accadimenti del melanconico Rick. Nel mezzo tanta pioggia e devastazione senza fine, un mondo morente senza vie di scampo dove la vita assume forme nuove.

 

Questa volta il protagonista è il giovane agente K interpretato da Ryan Gosling, il personaggio poteva essere sviluppato in maniera diversa, forse gli si poteva dare una visione meno buona come era quella del suo predecessore.

 

Anche gli altri personaggi soffrono molto della sceneggiatura, peccato per aver fatto morire Dave Bautista (Sapper Morton)  subito all'inizio del film, Harrison Ford per come è stato usato sinceramente se non c'era era meglio, per me è stato solo un modo per attirare i cinefili nostalgici.

 

Jared Leto ( Niander Wallace) è quello che più di tutti soffre un personaggio veramente mal scritto,peccato perché poteva essere la novità del film  con le sue manie di onnipotenza e deliri mistici.

 

Uno dei personaggi che ha lasciato il segno è quello di Luv interpretato da Sylvia Hoeks cinica, cattiva e pronta a tutto per terminare i suoi obiettivi.

 

il film ha troppi dialoghi, troppe parole, con zero significato.

 

La storia è complessa ma piatta, senza sfumature, i colpi di scena che dovrebbero esserci non ti fanno balzare dalla poltrona, ci sono i buoni che sono solo buoni e i cattivi che sono solo cattivi. E si arriva alla fine del film senza emozioni, almeno per quanto concerne la sceneggiatura.

 

Per me uno degli elementi di forza del Blade Runner di Scott era la sua semplicità. 

 

Blade Runner era praticamente un film  poliziesco su cui Scott aveva creato una storia unica, con la possibilità di andare in profondità  dell’animo umano.

 

A questo si aggiungevano dei personaggi tridimensionali in ambientazioni futuristiche decadenti e come ciliegina sulla torta dialoghi memorabili e ormai eterni  che non volevano spiegare nulla, ed erano bilanciati da lunghissimi silenzi pieni di significati, spunti di riflessione e mistero.

 

Era un film umano come la fantascienza deve essere.

 

Anche per quanto riguarda le musiche mi dispiace dirlo ma l’immenso Hans Zimmer non è stato all'altezza del suo predecessore  Vangelis , praticamente non esiste una colonna sonora in questo film.

 

Il film anche se per noi non è stato appezzato va visto assolutamente.....molto meglio se in una sala adeguata con schermi, proiettori e Dolby di alto livello per ammirare visivamente e acusticamente questa opera complessa.

 

 Voto di Nerd Station: 6

 

 Recensione di Giorgi Paolo