Providence – Un allucinato viaggio nell'incubo.

 

 

La letteratura di Howard Phillips Lovecraft incontra il talento visionario di Alan Moore e il primo risultato si ha nel 1994, anno in cui l'artista britannico scrive “Il Cortile”, un racconto ispirato proprio alle opere del Solitario di Providence. Nel 2003 quest'opera diventa un adattamento a fumetti nelle mani di Anthony Johnston e di Jacen Burrows e comincia qui l'universo fumettistico di cui vi parlo in questo articolo.

 

“Il Cortile” vede l'arrivo di un sequel alcuni anni dopo chiamato “Neonomicon”, diviso in quattro albi e curato nuovamente da Moore e da Burrows. Queste due opere conducono infine alla monumentale “Providence”, serie in dodici albi che funge tanto da prequel quanto da sequel delle due storie precedentemente rammentate. I nomi coinvolti nel progetto non cambiano nemmeno questa volta e, a parere di chi scrive, questo prodotto rappresenta l'omaggio a fumetti definitivo a Lovecraft e alla sua opera.

 

La storia è un complesso thriller letterario dalle marcate sfumature horror, ambientato nell'America del 1919. Il protagonista è Robert Black, un giornalista che decide di lasciare il proprio lavoro per dedicarsi alla stesura di un grande romanzo. Questo intento lo porterà a viaggiare per l'America, un viaggio inquietante e oscuro che è solo il preludio ad un incubo che rischia di essere più reale del previsto.

 

Senza dire altro della trama, per godere appieno della profondità e complessità narrativa di quest'opera, il consiglio è di leggere prima “Il Cortile” e “Neonomicon” e soltanto in seguito addentrarsi in “Providence”. A differenza di altri riusciti adattamenti a fumetti, che traspongono in maniera fedele ed efficace racconti o romanzi di Lovecraft, Moore realizza una storia totalmente inedita. Una storia che trabocca letteralmente di citazioni e riferimenti all'intero corpo di opere Lovecraftiane, che si ricollegano a luoghi e personaggi assolutamente riconoscibili dai lettori più incalliti del Solitario di Providence.

 

La narrazione proposta da Moore è perfettamente in linea con i temi dello scrittore statunitense, in particolar modo con quelli cardini del sogno e della follia, porte verso conoscenze assolute e totalmente fuori dalla portata degli uomini. Il viaggio di Robert assume connotazioni sempre più inquietanti e terrificanti, che conducono ad illustrazioni dall'impatto devastante, tanto in termini visivi quanto emotivi. 

 

La straordinarietà del lavoro di Moore, tuttavia, è da ricercare anche in un altro fattore: la scelta di mostrare anche gli aspetti più controversi della letteratura Lovecraftiana. In determinati passaggi, infatti, emergono temi come il razzismo e la sessualità, mostrati esplicitamente e senza filtri. In questo senso si rivela eccellente anche il lavoro in fase artistica di Jacen Burrows, che utilizza i tratti e la colorazione perfetta per il tipo di storia narrata. Storia che vede, tra l'altro, incontrare fumetto e vera e propria prosa, presente in maniera corposa ed efficace negli intervalli tra i vari albi.

 

Qui prende ulteriore vita la narrazione in prima persona, dove il protagonista Robert scrive le sue giornate e le sue inquietanti esperienze che portano a questo: la sensazione di vedere nuovamente in azione il vero e proprio Lovecraft. L'intensa narrazione conduce ad un finale dove tutte le linee narrative, a partire da quelle de “Il Cortile”, si riuniscono e trovano la loro definitiva risoluzione. Che è anche il panorama finale a cui Lovecraft guarda nella sua straordinaria ed immortale opera.

 

In definitiva “Providence”, per i motivi sopra citati, è un'opera stratificata e complessa, che rappresenta una tappa obbligata per gli appassionati dell'autore in questione. Lovecraft, ritenuto da chi scrive il più grande scrittore horror che questo pianeta abbia mai visto, trova nell'opera di Moore il suo omaggio fumettistico più completo e definitivo. Trovate tutti i volumi in italiano editi dalla Panini e il consiglio è di calarsi assolutamente in questo visionario e terrificante incubo.

Un incubo che potrebbe essere più vicino a noi di quanto pensiamo.

 

VOTO: 9

 

David Salvaggio