RECENSIONE DEL FILM "DUNKIRK".

 

Sarò sincero; nei giorni precedenti alla visione di “Dunkirk” ero molto scettico.

 

Essendo sempre stato un appassionato di storia, specialmente di quella del '900, e conoscendo bene la vicenda, avevo timore di trovarmi davanti ad un film non all'altezza del reale “miracolo” dell'evacuazione di Dunkerque. 

 

Inoltre, avevo dubbi sul livello di coinvolgimento emotivo che questo film poteva offrirmi, specialmente se lo confrontavo con i grandi film patriottici di John Wayne (“Gli eroi del Pacifico”, e “Il giorno più lungo”), i film duri e crudi di Lee Marvin (“Quella sporca dozzina”, “Duello nel Pacifico” e “Il grande uno rosso”) e con i moderni “La sottile linea rossa”, “Lettere da Iwo Jima” e “Salvate il soldato Ryan”.

 

In poche parole mi immaginavo un film con grandi effetti speciali, ottima fotografia, grande cura dei dettagli storici ma totalmente privo di emozioni e pathos; insomma un documentario.

 

Ma fortunatamente mi sono dovuto ricredere immediatamente.

 

Bastano pochi minuti perché la cinepresa si affacci sullo spazio immenso della spiaggia di Dunkirk, dove quasi 400 mila soldati inglesi e francesi  attendono gli aiuti necessari per poter tornare in patria e scampare ad uno morte quasi certa.

 

Da questo momento la musica di Hans Zimmer accompagna i nostri personaggi. La colonna sonora fa le veci dei dialoghi, sulla spiaggia pressoché assenti, che aumentano il costante senso di ansia e fa prendere coscienza nello spettatore della precarietà della situazione.

 

Il regista Christopher Nolan ha strutturato il film lungo tre linee narrative, ognuna ambientata in un determinato arco temporale: la prima linea comincia sulla terraferma e copre un arco temporale di una settimana; la seconda linea è ambientata in mare e dura un giorno; la terza copre un'ora di tempo e ha luogo nei cieli. Queste tre linee narrative si intrecciano secondo uno sviluppo non lineare.

 

La tensione è palpabile sin dalle prime immagini che vedono protagonista il giovane personaggio di Fionn Whitehead (Tommy) che scappa all'interno della deserta cittadina, in preda al fuoco nemico. Inglesi e Francesi, provano a difendersi dal nemico tedesco che di fatto è invisibile, mai mostrato a parte nei velivoli dei combattimenti aerei.Il concetto di accerchiamento viene concettualizzato da Nolan come una forza eterea, intoccabile e quindi, di fatto, invincibile.

 

La magistrale colonna sonora di Hans Zimmer  avvolge e fa sperimentare allo spettatore quel senso di ansia provato dai soldati francesi ed inglesi ad essere circondati da migliaia e migliaia di tedeschi senza avere via di fuga.

 

Il regista in modo magistrale  modella i tre tempi di narrazione  che alla fine sono destinati ad incrociarsi e più si avvicinano tra loro e maggiore è l’immedesimazione  dello spettatore nelle vicende dei personaggi.

 

Sulla terra abbiamo le truppe da salvare, in cielo ci sono tre Spitfire che si occupano della copertura delle truppe, mentre in mare si segue la vicenda di una imbarcazione civile partita dalle coste britanniche, pronta a dare rifugio a quanti più soldati possibile.

 

Non mancano le scene ad alta intensità emotiva, capaci di commuovere gli spettatori, come ad esempio le scene dei soldati che cercano una via di fuga mentre stanno affogando nelle acque della Manica e l’arrivo nel momento di maggiore difficoltà delle varie imbarcazioni civili a sostegno dei soldati.

 

I personaggi in Dunkirk, mancano di un passato e di una caratterizzazione definita. Ciò che li lega allo spettatore è la condizione di incertezza .Un plauso va fatto a tutti gli interpreti , che sono stati all'altezza della storia raccontata. 

 

Il protagonista Fionn Whitehead (Tommy ) è stato bravo nell'impersonare un giovane soldato che in tutti i modi vuole “salvarsi la pelle” ma allo stesso tempo non perde l’umanità e l’innocenza di un adolescente.

 

Tom Hardy ( Farrier),espressivo anche con una maschera costante sul volto, è il pilota di uno dei tre Spifire destinati ad abbattere gli aerei nemici che cercano di raggiungere la spiaggia di Dunkirk per sterminare gli inglesi accerchiati. Farrier rappresenta perfettamente il soldato che adempie ai suoi compiti, che si sacrifica e mette a repentaglio la propria vita per salvarne altre.

 

Mark Rylance (Mr. Dowson) incarna la figura del padre e del patriota che va in soccorso dei suoi figli in pericolo. Sprezzante del pericolo, decide di prendere la sua barca e partire alla volta della guerra per trarre in salvo i suoi compatrioti. Un senso di colpa affligge Mr. Dowson, ovvero quell'impotenza nel vedere partire e morire dei ragazzi e quindi, seppur indirettamente, si sente responsabile nei confronti di quei poveri ragazzi.

 

Eccelsa anche l’interpretazione di  Kenneth Branagh nella parte del Comandante Bolton (il più alto ufficiale sulla spiaggia di Dunkerque).

 

Inaspettata l'ottima interpretazione di Harry Styles (ex cantante degli One Direction) per la prima volta sul grande schermo.

 

Cillian Murphy, a mio modesto parere, uno dei  migliori attori nel panorama internazionale, interpreta un soldato sotto shock  colpevole dopo un attacco di panico di aver ucciso senza volerlo un giovane volontario.

 

In conclusione, “Dunkirk” merita assolutamente di essere visto, in quanto pur essendo un film di guerra è capace di catturare l'attenzione dello spettatore per i tutti i suoi 106 minuti di durata. 

 

Voto di Nerd station: 9

 

Recensione di Giorgi Paolo